Il tempo non promette niente di buono, nuvoloni neri all’orizzonte ci ricordano la possibilità di scrosci di acqua. Ore 07.30 si parte da Somma direzione Varese per recuperare Eleonora, con noi c’è il gradito ritorno in gruppo da parte di Pino. Già dai primi km siamo accompagnati da qualche goccia di acqua che cade dal cielo, ma fortunatamente poca e non fastidiosa. Arrivati a Varese ci dirigiamo verso Gaggiolo per passare il confine di stato ed entrare in Svizzera, una volta dentro il confine Svizzero come per incanto il paesaggio e l’aria che si respira e differente (c’è più tranquillità e meno frenesia) purtroppo la strada e come in Italia … piena di buche. La differenza percepita e quella del rispetto per il prossimo, non ti suonano e ti mandano a quel paese ma attendono alle tue spalle fino a che non possono passare senza fiatare, ti viene voglia di fermarti e farli passare con un sorriso sul volto. Ci dirigiamo verso Serpiano, la salita avanza a strappi non regolare con alcuni pezzi in falsopiano, lasciate le abitazioni ci si immerge in un bosco di latifoglie con la carreggiata che si fa sempre più stretta. Si arriva a Serpiano dove ci attende una vista mozzafiato sul lago di Lugano, comincia a piovere allora foto di rito e via che si torna verso l’Italia. L’acqua ci seguirà per tutta la discesa fino al confine con l’Italia per poi lasciarci definitivamente. Saltiamo l’alpe del Tedesco per paura di trovare acqua e ci dirigiamo ad Arcisate e Varese, per poi proseguire sul lago e fare un pezzo della Varese Van Vlandegen a Bodio Lomnago e finalmente Somma Lombardo dopo circa 100 km e 1000 m di dislivello.